La Peste Nera a Venezia: La Maledizione della Città
Venezia ha una storia lunga e drammatica, segnata da alcune delle peggiori epidemie di Peste Nera. Essendo stata una grande potenza marittima e un importante snodo commerciale, la città era particolarmente vulnerabile alla diffusione delle malattie. Nei secoli, ondate di peste hanno devastato Venezia, lasciando un segno indelebile sulla sua storia, architettura e tradizioni.
Per i viaggiatori affascinati da queste vicende, passeggiare per Venezia significa immergersi in una città che ha saputo sopravvivere e adattarsi alle sfide del passato. In questo articolo esploreremo le peggiori epidemie di peste che colpirono Venezia e come la città reagì, lasciando tracce ancora visibili oggi.
La prima grande epidemia: La Peste Nera del 1347-1350
La Peste Nera arrivò a Venezia nel 1347, portata dalle navi mercantili provenienti dall’Oriente. Fu una delle pandemie più letali della storia, causando la morte di circa il 30-60% della popolazione europea. Per Venezia le conseguenze furono devastanti: intere famiglie furono sterminate e la città perse circa 50.000 abitanti nel giro di pochi anni.
All’epoca si sapeva poco sulla trasmissione delle malattie, ma il governo veneziano reagì rapidamente. Nel 1348 istituì uno dei primi lazzaretti del mondo sulle isole di Lazzaretto Vecchio e Lazzaretto Nuovo, nella Laguna di Venezia. Qui venivano isolati i sospetti malati di peste, mentre le navi in arrivo erano obbligate a rispettare un periodo di quarantena di 40 giorni (quaranta giorni—da cui deriva il termine “quarantena”).
La seconda ondata: La peste del 1575-1577
Due secoli dopo, la peste colpì nuovamente. L’epidemia del 1575-1577 uccise ancora circa 50.000 veneziani, un terzo della popolazione dell’epoca. In risposta, Venezia rafforzò le misure di quarantena, isolando i malati e potenziando i controlli sanitari pubblici.
Uno dei simboli più iconici di questa epidemia è la Chiesa del Redentore. Mentre la peste infuriava, il Senato veneziano fece voto di costruire una chiesa dedicata a Cristo Redentore se la città fosse stata risparmiata. Quando la peste terminò nel 1577, iniziarono i lavori di costruzione e oggi il Redentore è uno dei simboli della resilienza veneziana. Ogni anno, a luglio, si celebra ancora la Festa del Redentore, una tradizione nata come ringraziamento per la fine della peste.
La terza ondata: La peste del 1630-1631
L’ultima grande epidemia di peste a Venezia si verificò tra il 1630 e il 1631, uccidendo circa 47.000 persone—quasi la metà della popolazione della città all’epoca. Questo focolaio faceva parte di un’epidemia più ampia che colpì gran parte dell’Italia settentrionale, inclusa Milano.
Ancora una volta, Venezia si affidò alla fede per trovare la salvezza. Il Doge Nicolò Contarini e il Senato veneziano promisero di costruire una chiesa dedicata alla Vergine Maria se la città fosse stata liberata dalla peste. Quando l’epidemia si placò, iniziò la costruzione della maestosa Basilica di Santa Maria della Salute, situata all’ingresso del Canal Grande.
Oggi, questa splendida chiesa barocca è uno dei monumenti più riconoscibili di Venezia, e ogni novembre i veneziani celebrano la Festa della Salute, un pellegrinaggio solenne su un ponte temporaneo per ringraziare la Madonna per la protezione della città.
Tracce della peste nella Venezia di oggi
Ancora oggi, camminando per Venezia, è possibile trovare segni della lotta della città contro la Peste Nera:
- Lazzaretto Vecchio e Lazzaretto Nuovo: Queste isole abbandonate furono utilizzate come ospedali per la peste. Oggi sono in fase di restauro e talvolta visitabili con tour guidati.
- Il Redentore: La Chiesa del Redentore, costruita dopo la peste del 1575-1577, è una tappa imperdibile per gli appassionati di storia.
- Santa Maria della Salute: Questa magnifica chiesa, eretta in segno di gratitudine dopo la peste del 1630-1631, è uno degli esempi più belli dell’architettura barocca veneziana.
- La Festa del Redentore e la Festa della Salute: Queste celebrazioni annuali mantengono vivo il legame storico della città con le epidemie di peste.
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Una lezione di resilienza
Nonostante le devastazioni causate dalla Peste Nera, Venezia è sopravvissuta, si è adattata e ha persino introdotto misure sanitarie innovative che hanno influenzato il mondo. Oggi, i visitatori possono camminare tra le stesse strade in cui si sono svolti questi eventi storici, ammirare le chiese costruite come simboli di gratitudine e persino esplorare le antiche isole della quarantena.
Per i viaggiatori appassionati di storia, Venezia offre uno sguardo su un passato fatto di resilienza, fede e innovazione—un promemoria che, anche nei momenti più bui, la città ha sempre trovato il modo di resistere.